Archivio Luglio 2011

Valsusa NoTav: con la valle che resiste!

In questi anni non ci siamo limitati a parlare esclusivamente di università: abbiamo cercato di legare le rivendicazioni dei movimenti studenteschi a qualcosa di più ampio, per non ridurle a richieste corporative ed egoistiche. Questo qualcosa di più ampio per noi è innanzitutto la conquista di dignità, diritti, possibilità individuale e collettiva di decidere sulla propria vita, laddove qualcuno vorrebbe impedirlo. Ma non solo: è anche un’idea globale di società fatta di democrazia diretta e reale, solidarietà, autogestione delle proprie vite, contraria alle leggi del profitto che sempre più le oligarchie finanziarie impongono approfittando della “crisi” neoliberista/capitalista.

Con questo spirito, il riconoscersi tutti dalla stessa parte della barricata, ci siamo occupati anche di questioni legate al lavoro (a cominciare dall’esperienza della Innse), ai migranti, ai beni comuni, all’antifascismo, consci che un arretramento su un fronte significa cedere ovunque.

Con questo stesso spirito molti di noi domenica 3 luglio hanno partecipato alle enormi manifestazioni (70000 persone in tutto) che hanno assediato l’area del cantiere per la TAV in Valsusa, a Chiomonte.

La Valsusa è ormai un bene comune, uno dei fronti su cui cedere non è più possibile. Non è odio per il progresso, come molti sostenitori della Tav si affannano a sostenere. Da oltre 20 anni gli abitanti, organizzati in comitati popolari democratici, resistono contro un’opera distruttiva e illogica, imposta senza alcun serio dialogo né spiegazione, nel pieno stile delle “grandi opere” all’italiana dove prima contano i soldi stanziati e solo poi gli studi del progetto e delle sue conseguenze. Da 20 anni lo Stato risponde tirando dritto per la sua strada, usando la violenza di cui può disporre quando la resistenza della popolazione diventa pratica e non solo formale.

Questo è quello che è successo anche domenica 3 luglio, come rivendicato dai comitati popolari in conferenza stampa. Nessun fantomatico “black bloc”, come sostiene la guerra mediatica scatenata dalle grandi testate nazonali, solo una parte della guerra, reale e fatta di truppe d’occupazione, che lo Stato sembra avere dichiarato ai suoi cittadini. Nessun “black bloc”, ma semplicemente migliaia di valsusini che il lunedì prima, nella pioggia di lacrimogeni con cui è stata sgomberata la “Libera Repubblica della Maddalena”, hanno imparato che alle volte un casco e una maschera antigas sono necessari.

Quello che abbiamo visto domenica, la nostra verità, è quella raccontata dai comitati popolari: le truppe di occupazione che sparano lacrimogeni ad altezza uomo, pericolosi come proiettili, e lanciano oggetti di ogni tipo sulle persone che si stavano semplicemente avvicinando alle reti delle recinzioni provocando numerosi feriti, e da lì in poi l’esercizio del diritto alla resistenza popolare da parte dei valsusini e non solo, fatta, sì, anche di lanci di pietre e di quello che la montagna aveva da offrire. Lo stesso linguaggio delle rivolte urbane in nordafrica ed europa, la scelta di continuare con rabbia e determinazione di fronte a uno scenario che avrebbe concesso altrimenti solo un mesto ritorno a casa.

Cosa sono la dignità e il rispetto i valsusini l’hanno vissuto così, dimostrando ancora una volta che la valle quest’opera non la vuole e la vera democrazia la fanno le assemblee popolari tra una barricata e l’altra, e non il potere politico P1 P2 P3 P4…

Come studenti non possiamo che riconoscere l’importanza per tutti di questa lotta popolare, e diamo la nostra solidarietà ai valligiani ribelli, agli arrestati e ai feriti di domenica.

A sarà dura!

Collettivo CittàStudi – Universitari Milano

Per info e seguire gli sviluppi:   http://www.notav.info , http://www.notav.eu , http://www.infoaut.org .

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A proposito di conflitti tra Stato e cittadini:  “abbandonati dallo stato”, video  a cura dei “biologi in fermento” di Unimi, (autunno 2010).

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Di seguito una rassegna (non nostra) sul 3 luglio e il movimento NoTav:

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