solidarietà agli operai della INNSE


Riportiamo il comunicato del 5 dicembre degli operai della Innse di via Rubattino, che non si sono arresi al licenziamento e lottano perchè la fabbrica riapra anzichè essere smantellata.

L’1 gennaio sono ancora lì in presidio permanente e continuano a resistere. E’ importante fargli sentire la solidarietà della cittadinanza perchè dà forza alla loro lotta, chiunque voglia passare in via Rubattino 81 sarà bene accolto a qualunque ora.

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31 maggio- 30 novembre. 6 mesi di lotta, nessun cedimento
SOLIDARIETA’ AGLI OPERAI DELLA INNSE-PRESSE
Siamo i 50 dipendenti di INNSE, purtroppo divenuti 49 in seguito alla scomparsa del caro compagno Giuseppe, stroncato lunedì 21 Luglio da un infarto causato probabilmente dalla stressante situazione degli ultimi periodi.
Dopo aver ricevuto le raccomandate dalla nostra azienda in data 31 Maggio che sancivano l’apertura della procedura di mobilità, ci siamo radunati davanti ai cancelli chiusi della fabbrica e dopo aver eluso la sorveglianza di polizia, vigilantes privati e tirapiedi del padrone, abbiamo occupato lo stabilimento e proclamato assemblea permanente. Il 3 giugno decidiamo di continuare a lavorare contro l’imposizione del padrone che vuol fermare l’officina. Proseguiamo le lavorazioni in corso, incontriamo i clienti gestendo direttamente come operai, produzioni, servizi, e presidiando la fabbrica giorno, notte e fetivi.
Questa officina funziona, nonostante qualcuno ne dica il contrario, è l’unica risorsa per noi e le nostre famiglie, e siamo determinati a difenderla fino alle estreme conseguenze.
Il padrone Silvano genta la acquistò due anni or sono dalla amministrazione controllata ottenendo sgravi e prezzi stracciati, dichiarando nelle sedi della provincia di volerla rilanciare…
Genta ha conclusa la procedura licenziandoci tutti il 25 Agosto, pur avendo davanti un industriale bresciano pronto a rilevare la INNSE. La commsisione regionale non ha potuto far altro che registrare il mancato accordo e aprire la mobilità. A cosa serve la commissione regionale è la domanda che ci facciamo tutti. Abbiamo chiesto al prefetto di imporre a Genta la sospensione dei licenziamenti in attesa dell’incontro di Roma del 2 Settembre, non ha potuto farlo. Anche il scalcinato ed irregolare padrone ha più potere di qualunque istituzione, è un’amara scoperta. La riunione al Ministero dello Sviluppo Economico doveva aprire la trattativa fra il vecchio ed il nuovo padrone ma non è servita nemmeno a dar ritirare i licenziamenti. Genta ha detto no anche al Ministero. Una nuova riunione viene convocata per il 12 Settembre a Roma, noi abbiamo continuato a lavorare anche se licenziati.
Il giorno 10 Settembre, giorno di paga, non arriva un euro, eppure nella lettera di licenziamento è scritto che avrebbe pagato il preavviso. La risposta è immediata, blocco di via Rubattino per tutto il giorno. Genta non solo non paga, ma si rifiuta di venire a Roma al Ministero, salta la riunione del 12.
All’alba del 17 Settembre alle ore 05:30 la forza pubblica entra in fabbrica mette alla porta gli operai che presidiava nolo stabilimento di notte, blocca l’entrata del primo turno. La fabbrica è messa sotto sequestro. Un fatto nuovo, agli operai viene impedito con la forza di “poter lavorare”. Un crollo verticale della credibilità di tutte le decantate “politiche del lavoro”, un crollo della crediblità delle istituzioni politiche che non riescono a fermare un padrone come Genta. Ora siamo in mezzo alla strada, davanti ai cancelli della fabbrica. Noi siamo fuori, ma è fuori anche genta, come si risolverà è ancora tutto da vedere. Noi resisteremo.
Fine ottobre: da un mese e mezzo siamo accampati vicino all portineria. Presidiamo la fabbrica che è sottosequestro. Non vogliamo che qualcuno metta le mani sui macchinari e smantelli l’officina. Intanto fra riunioni convocate e rinviate la situazione di stallo continua.
Genta non vuole rinunciare al suo affare, vendersi le macchine svuotare il capannone, stracciando tutti gli impegni della legge Prodi che gli ha permesso di acquisire lo stabilimento per quattro soldi. Impegni che prevedevano “lo sviluppo” dell’INNSE.
L’AEDES l’immobiliare spinge per avere l’area libera. Ora sono i palazzinare che chiudono la fabbrica.
ORMIS il potenziale acquirente, dichiara che è disposto ad acquisire ma la trattativa è ferma.

Le istituzioni continuano ad attivarsi, ma il freddo è iniziato. Gli operai e gli impiegati sono decisi a resistere, arriverà la primavera.
Fine novembre, è arrivato il freddo. La stufa a legna funziona a pieno ritmo, il presidio pure. La neve, la pioggia e il fredo ci hanno piegato, ma siamo ancora lì 24 ore su 24, sabato e domeniche comprese.
Non ci ha scoraggiato nemmeno il comunicato congiunto AEDES-Genta, dove c’è scritto che la fabbrica non potrà riprendere a lavorare. Ci fanno un baffo. ORMIS è ancora disposto all’acquisizione.
Per piegarci hanno tentato anche di chiamare individualmente qualcuno e offrire elemosina: la risposta è stata chiara, una dichiarazione sottoscritta da tutti i dipendenti, “qui si tratta collettivamente, Genta non disturbarci”.
Genta arrriva ogni tanto e col permesso del Magistrato entra in fabbrica con qualche scusa, si fa accompagnare dalle forze dell’ordine, ma l’ultima volta la tensione è andata alle stelle. Sarà sempre peggio. Si permette di non pagare le spettanze (preavviso e tfr), pur avendo ricevuto i decreti ingiuntivi, faremo pignorare i macchinari così si dovrà scordare di via Rubattino.
Siamo al 5 dicembre, l’AEDES proprietaria del terreno, sull’orla del fallimento, meno 86% in borsa dall’inizo dell’anno vuol chiudere una fabbrica che può riprendere a lavorare domani. Il prefetto glielo farà fare? E il sindaco di Milano? E il presidente della provincia? E il ministero delle attività economiche? Permetteranno questo crimine industriale?
Può l’expo iniziare con lo smantellamento di una fabbrica storica di Milano?
Non lo permetteremo, GIU’ LE MANI DALL’INNSE!
Un’officina che chiudi sono posti di lavoro persi per sempre. VI ringraziamo per la vostra solidarietà, siatene orgogliosi
Per inviare le sottoscrizioni raccolte: Bollettino postale c/c n. 22264204 intestato a: Ass.Cult. ROBOTNIK ONLUS Bonifico Bancario: IBAN IT 51 O 0760101600000022264204. Dall’estero, se la banca dovesse richiederlo, questo è il codice BIC o anche detto SWIFT: BPPIITRRXXX. Mettere sempre e in ogni caso la causale: Lotta operai INNSE.
Per inviare legna da ardere e derrate alimentari: Via Rubattino 81 Milano.

Milano Lambrate 5 dicembre 2008
RSU- Operai, impiegati e famiglie della INNSE –>

  1. #1 di Mario Rivoltella il 19 Gennaio 2009 - 22:50

    Ciao COMPAGNI prendo ora coscienza della drammatica dimensione che state tutti vivendo con stoica determinazione ma con inevitabili “difficili” risvolti. Vi sono solidale e sicuramente contribuirò alla buona causa. Coraggio e sappiate che non siete soli, le vite di chi ha sputato sangue nelle officine di tutto il mondo è al vostro fianco che vuole che non molliate. Siete e rappresentate un universo che non può e non deve scomparire, al di là di privati interessi. Con infinita stima e affetto. Hasta la victoria companeros
    un ex

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