SUL TENTATIVO DI INCENDIO ALLA MENSA DI VIA GOLGI


Da un anno ci battiamo come lavoratori, professori e studenti perchè la mensa di via Golgi non venga ridimensionata ma anzi migliori il servizio di ristorazione e di spazio comune dell’intero polo di Città Studi. Siamo convinti che il diritto allo studio (e quindi anche il diritto ad un pasto caldo a prezzi calmierati) debba essere sempre garantito da un’Università pubblica.

Per questo abbiamo lottato perchè la mensa rimanesse aperta, venisse ristrutturata e potesse offrire servizi al massimo delle sue potenzialità.

Per questo consideriamo vergognoso e inquietante quello che è successo nella notte tra il 10 e l’11 agosto 2010 in via Golgi.

E’ altrettanto vergognoso che alcuni giornali tentino di far passare l’assurdo teorema per cui chi vuole la mensa aperta e potenziata se la chiuda col fuoco. E’ la strada più semplice per criminalizzare e soffocare le voci che si levano in difesa di diritti basilari e sacrosanti (diritto allo studio, diritto al lavoro, diritto all’istruzione pubblica), voci  che si moltiplicano in una metropoli che ormai non offre più nulla che non sia a favore degli interessi privati di pochi, quando invece le responsabilità di questo gesto sono da cercare altrove: sono da cercare nella gestione esternalizzata ed appaltata dei servizi universitari che l’università in quanto istituzione pubblica dovrebbe offrire ai propri studenti e lavoratori; sono da cercare nelle guerre fra le imprese che nella Milano dell’Expo tentano in tutti modi, anche con gli avvertimenti di stampo mafioso, di aggiudicarsi il maggior numero possibile di appalti pubblici.

Chi ci guadagnerà? Non lo sappiamo dire con certezza, ma con certezza indiscutibile possiamo affermare che
chi ci rimetterà di più saranno gli studenti, ricercatori e professori che da settembre saranno costretti a spendere molti soldi in coda nei bar della zona, il più delle volte per un semplice panino; e ci rimetteranno i lavoratori della mensa che, se dopo molti mesi di lotta avevano scampato la mobilità a zero ore ed ottenuto l’assunzione a tempo indeterminato, adesso non potranno lavorare per chissà quanti altri mesi.

Collettivo Cittastudi

Comitato “Giù le mani dalla Mensa”

Articoli: repubblica , corriere .

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