Call for Rise Up! [en]
24-25-26 Marzo 2011
SAPERI COMUNI CONTRO IL CAPITALISMO FINANZIARIO
>> Download: KAFCA ( kafca-A4 ) / giornale sulle lotte universitarie a cura del KLF <<
>> Milano 25/3: corteo h 9:30 L.go Cairoli <<
Noi, studenti e lavoratori precari d’Europa, Tunisia, Giappone, USA, Canada, Mexico, Chile, Perù e Argentina, ci siamo incontrati a Parigi dall’11 al 13 Febbraio, 2011 per confrontarci e organizzare un network comune basato sulle nostre lotta comuni. Il nostro nome è Knowledge Liberation front, e noi siamo la vostra crisi!
Negli ultimi anni i nostri movimenti hanno assunto l’Europa come spazio di conflitto contro l’aziendalizzazione delle università e la precarietà. L’incontro di Parigi e i movimenti rivoluzionari che attraversano il Mediterraneo ci permettono di fare un importante passo avanti verso una nuova Europa contro l’austerità, a partire dalle rivolte nel Maghreb.
Noi siamo una generazione che vive la precarietà come condizione permanente: l’università non è più un ascensore per la mobilità sociale, ma una fabbrica di precarietà. E l’università non è un luogo isolato: la nostra lotta per un nuovo welfare, contro la precarietà e per la libera circolazione dei saperi e delle persone non si ferma ai suoi cancelli.
La nostra rete comune è basata sulla nostra lotta contro il Processo di Bologna e contro i tagli all’istruzione che l’Europa sta usando come risposta alla crisi. Dal momento che gli interessi pubblici e privati collaborano nel processo di aziendalizzazione dell’università, le nostre lotte non hanno l’obiettivo di difendere lo status quo. I governi salvano le banche e tagliano l’educazione. Noi vogliamo costruire la nostra università – una università che viva nelle nostre esperienze di autoformazione, ricerca autonoma e nel libero accesso. Si tratta di una università libera, gestita dagli studenti, dai lavoratori precari e dai migranti, una università senza frontiere.
Abbiamo creato e arricchito le nostre rivendicazioni comuni: il libero accesso all’università contro l’aumento delle tasse e le spese di istruzione, un nuovo welfare e diritti comuni contro il debito e la finanziarizzazione della nostra vita, e per una formazione basata sulla cooperazione contro i processi di gerarchizzazione.
Su questa base noi, Knowledge Liberation Front, convochiamo i giorni comuni transnazionali d’azione del 24, 25 e 26 MARZO 2011:contro le banche, il sistema del debito e le misure di austerità, per il libero accesso e la libera circolazione delle persone e dei saperi.
Costruiamo azioni, costruiamo autonomia, costruiamo la nostra università!
Make capitalism history!
Unisciti al Knowledge Liberation Front:
Lotta e cooperazione, questa è la nostra Comune di Parigi!
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Il KLF (Knowledge Liberation Front) è il network di studenti, precari, attivisti, lavoratori del mondo della formazione nato dopo il meeting di Parigi “University struggles against austerity” (11-13 febbraio 2011). Convocata dal collettivo Edu-Factory, la tre giorni ha visto la partecipazione di centinaia di attivisti – perloppiù studenti – da tutta Europa e oltre (presenti delegazioni dal nordafrica, dal giappone, dalle americhe), in rappresentanza di decine di collettivi e associazioni. Si è articolato in un’assemblea di apertura venerdì 11/2, una giornata di workshop sabato e un’assemblea conclusiva domenica, tutti momenti segnati da un grande entusiasmo di ritrovarsi finalmente tutti insieme a condividere le diverse situazioni ed esperienze di lotta, toccare con mano come realmente l’austerità imposta sia la stessa ovunque, sentire la comune necessità di conoscersi e far scavalcare anche alle mobilitazioni gli stretti confini nazionali che le imposizioni del mercato globale già ignorano abbondantemente. Dalla voglia di conoscersi ed immediatamente sentirsi complici di qualcosa ancora tutto da costruire, ma già esistente nel senso comune e nelle diverse esperienze, nelle ovazioni per chi racconta le rivoluzioni nel maghreb e le collega alle rivolte di Londra, Roma, Atene come parte di una insorgenza giovanile generalizzata contro la precarietà e la mancanza di prospettive.
Nei diversi workshop della giornata di sabato, oltre a confrontare e discutere le trasformazioni in atto nei diversi stati per quanto riguarda i sistemi formativi, la precarizzazione delle condizioni di lavoro e la distruzione del welfare, si è dato grande spazio alle pratiche di lotta e alla questione dell’autoformazione: non stiamo difendendo un modello di università già esistente, ma costruendo dal basso un’alternativa che non può che scontrarsi in ogni caso con tagli e privatizzazioni.
L’assemblea conclusiva rilancia:
*tre giorni di mobilitazione transazionale il 24, 25, 26 marzo (su proposta degli studenti inglesi che scenderanno in massa in piazza insieme ai lavoratori per una grande giornata di mobilitazione contro le misure di austerità)
*la costruzione di una carovana e un meeting in Tunisia
*la partecipazione al contro-summit del G8 dell’Università a Dijon (Francia) dal 5 al 7 maggio
*un nuovo meeting a Londra ai primi di giugno
*la costruzione di una rivista comune come mezzo di comunicazione autonomo delle lotte
Nei commenti sotto la dichiarazione comune uscita dalla tre giorni e i report da alcuni workshop (trasformazioni dell’università, autoformazione, precarietà/welfare), qui in pdf: report_tavoli_parigi_[en] .
#1 di cittaztudi il 14 Marzo 2011 - 02:55
Report of Paris meeting table: Transformations – free access vs. privatization, corporatization, meritocracy
Spatial issues
The first point upon entering the space was an intervention to reorganize it from a speaker on a stage and an audience to more of a shared experience including moderation. As it is an important strategy for the organizers to provide large spaces and the idea of using this large university was also an act of occupation or appropriation, it fit perfectly. However, the expert on stage and audience relation of power must not be duplicated, so some attempt was made to break that and reorganize the space. Therefore it was suggested to not speak from the stage, but rather use it as a surface for projecting the shared experiences of the group and bring everyone into as much of a circle as possible.
Introduction
As I was asked to present some of my research, I initially took the time for a short overview of topics related to the historical privatization of education and the significance and threat of its global competitiveness and how this is exacerbating conditions of austerity, social division, precarity and meritocracy among other traps of divide and conquer that people fall into when merely trying to enter and remain in institutions of higher education.
Shared round
The participants were then encouraged to share the threats, experiences and lessons learned from their local struggles. Then a closing round was made in which individuals and/or groups presented concrete statements and demands. The information was then recorded/mapped on the whiteboard in the front of the room. It was divided according to: localities presented, threats, catalysts, statements and some final targets (the full-documentation of these notes was sent out to the list as a .doc and should be available for anyone who would like them).
Some conclusions from the experiences and statements:
– Apparently protest can be very lonely, there is a strong need to share experiences, which means that we need to fight for collective strength and not reproduce the divisions that are imposed onto us. These experiences are additionally helpful to other groups because the progression of individual struggles takes place with differing intensity and differing speeds, so others’ experiences can be very valuable in order to learn lessons for how to fight or avoid the appropriation of struggles, police oppression, strategies of working with the media, and the inclusion of other groups such as workers, educators, families, etc.
– One issue was a lack of one common and continuous space for articulation – although there were separate and very relevant individual experiences, there were too many parallel platforms, publications, websites, etc. and too little linking between them – the only form of functional linking seems to be such meetings, but which are also not realistic for a day-to-day struggle.
– Some claims/necessities were to:
* find a position towards the state in a condition where public and private are interwoven.
* Establish a common motto
* How to deal with the media and which media
* How can we create a space to bring students and teachers together?
* Bringing more clarity into the struggle
* How can we raise university struggles as a question of the whole society? i.e. convincing people that everyone deserves education, because it is a common.
The days of action and several transnational venues were proposed in conclusion.
#2 di cittaztudi il 14 Marzo 2011 - 02:43
Report of Paris meeting table:PRECARIOUSNESS – DEBT – WELFARE : TOWARDS COMMONFARE
The strongest questions were:
What is precariousness today?
How to think new forms of organization of this precariousness?
But also: how do we make network, how do we reach and how do we involve people?
As well as: how do we research, expand and how do we touch different struggles?
There is the necessity to re-think the concept of right as a re-appropriation of the richness we all produce and we fight for; to create new common institutions and to give some energy to the existing ones, far away from the nineghteen century model. Students are a paradigm of a general situation of precariousness. We all struggle against the market for autonomy and we have to build starting from our struggles.
Struggle for:
– a universal basic income
– the free circulation of knowledge/people
– a global citizenship
But how do we ignite a process of production of common beyond the differences of gender and race that edify the capitalistic valorization?
We have to organize differences – not to normalize them – and we have to overdraw the hierarchical organization of society that usually translate differences in values. We have to be inside the social rupture and struggle inside the circulation of bodies, knowledge and political practices.
We all agree on one common week of action the 24th/26th of March 2011 with: – new forms of strike
– new creative forms of occupation against financial institutions
– a common name (ex: U-STRIKE, We are your Crisis, Kafca…etc.)
– common symbols (ex: book blocks)
– common claims
– a paper of struggles
– a common website
Beside, some forms of organizations and actions have been suggested as “people’s tribunals”, to map the kinds of precariousness in their concrete ways and fight them ; permanent city assemblies, as a permanent left structure, active not only during movements.
#3 di cittaztudi il 14 Marzo 2011 - 02:40
Report of Paris Meeting Table.
Autonomous Education, Self-Education, Free School: New Practices in Alternative Education.
Introduction:
The first point was to avoid deep philosophical discussions and long self – presentations of our own collectives. Taking into account these are really fundamental discussions for all of us, I put as a first idea to discuss about possible tools (wiki like) which allow us have debates on theories and practices.
The discussion was exciting and for some moments a bit chaotic. Some activists talked about their strategies of knowledge transmission, some others about how to create new institutions for self education, some others underlined the need of paying attention on school education and not only on universities’ problems. There were a lot of different point of views on what’s to be done but we had all the time a feeling of affinity among us.
We didn’t use shared lexicons all the time. This was a richness but at the same time a problem.
The majoritie of participants are involved as well in university struggles. How to connect this struggles with experiences of autonomous education was a common worry. How to create a strong network was another big interrogant in our table. The following proposals are a first attempt to answer it.
Map:
I introduced myself as a member of universidad nómada. This awaked the curiosity of some persons who asked questions about the specifity of universidad nómada. The point was not to talk about any collective, however it was a desire to know better the activities of the other collectives. In this sense, one of the first needs in order to improve the borning network was the creation of a map. This map would be useful to make visible all the self education collectives and free schools which participated in the now called Knowledge Liberation Front (KLF).
This was not said but I suggest that the map could follow the spirit of this one
http://maps.google.com/maps/ms?ie=UTF8&hl=en&msa=0&msid=101468105053700014421.0004731344655634d97a5&z=2
Book:
We found a really good idea to write a book. This book would be useful to talk in first person about our collectives, our needs, theories, perspectives of political action and problems. The problem of not having a common lexicon could be solved partially with this initiative. Some activists described this proposal as a co-research, that is to say a research about organized groups not only to know them but to improve the organizatonial form.
It was said that a book is a good idea but we could start describing our collectives on a website or something similar. No patterns to do that we’re defined.
Website:
This was the most important point because to talk about informatic tools means to talk about continuity of discussions. Some of the participants in our table took part in the new technologies workshop. The creation of crabgrass satisfies completely this necessity.
#4 di cittaztudi il 14 Marzo 2011 - 02:36
DICHIARAZIONE COMUNE
Per una nuova Europa: Lotte Universitarie Contro l’Austerità
Noi, studenti e lavoratori precari d’Europa, Tunisia, Giappone, USA, Canada, Mexico, Chile, Perù e Argentina, ci siamo incontrati a Parigi dall’11 al 13 Febbraio, 2011 per confrontarci e organizzare un network comune basato sulle nostre lotta comuni. Agli studenti dal Maghreb e dal Gambia è stato impedito di partecipare, perché la Francia ha rifiutato loro l’accesso. Noi rivendichiamo la libera circolazione delle persone e la libera circolazione delle lotte.
Negli ultimi anni i nostri movimenti hanno assunto l’Europa come spazio di conflitto contro l’aziendalizzazione delle università e la precarietà. L’incontro di Parigi e i movimenti rivoluzionari che attraversano il Mediterraneo ci permettono di fare un importante passo avanti verso una nuova Europa contro l’austerità, a partire dalle rivolte nel Maghreb.
Noi siamo una generazione che vive la precarietà come condizione permanente: l’università non è più un ascensore per la mobilità sociale, ma una fabbrica di precarietà. E l’università non è un luogo isolato: la nostra lotta per un nuovo welfare, contro la precarietà e per la libera circolazione dei saperi e delle persone non si ferma ai suoi cancelli.
Il nostro bisogno di una rete comune è basato sulla nostra lotta contro il Processo di Bologna e contro i tagli all’istruzione che l’Europa sta usando come risposta alla crisi.
Dal momento che gli interessi pubblici e privati collaborano nel processo di aziendalizzazione dell’università, le nostre lotte non hanno l’obiettivo di difendere lo status quo. I governi salvano le banche e tagliano l’educazione. Noi vogliamo costruire la nostra università – una università che viva nelle nostre esperienze di autoformazione, ricerca autonoma e nel libero accesso. Si tratta di una università libera, gestita dagli studenti, dai lavoratori precari e dai migranti, una università senza frontiere.
Questo fine settimana abbiamo condiviso e discusso con diversi linguaggi pratiche comuni di conflitto: manifestazioni, occupazioni e scioperi metropolitani. Abbiamo creato e arricchito le nostre rivendicazioni comuni: il libero accesso all’università contro l’aumento delle tasse e le spese di istruzione, un nuovo welfare e diritti comuni contro il debito e la finanziarizzazione della nostra vita, e per una formazione basata sulla cooperazione contro i processi di gerarchizzazione.
Sulla base di questa dichiarazione comune:
* Convochiamo i giorni comuni transnazionali d’azione del 24, 25 e 26 MARZO 2011: contro le banche, il sistema del debito e le misure di austerità, per il libero accesso e la libera circolazione delle persone e dei saperi.
* Costruiamo una rivista comune delle lotte e un mezzo di comunicazione autonomo.
* Organizziamo un grande carovana e un incontro in Tunisia, perché le lotte in Maghreb sono le lotte che stiamo combattendo qui.
* Ci incontreremo di nuovo a Londra nel mese di giugno.
* Prenderemo parte alle mobilitazioni contro il G8 a Digione in maggio.
Lotta e cooperazione, questo è il nostro comune di Parigi!