Dal manifesto di oggi.
RICREAZIONE La tragedia di Rivoli fa scoprire
alla politica l’esistenza delle scuole. Intese come edifici, aule,
laboratori e palestre. Spesso fatiscenti, spesso a rischio crolli.
Vittime dei tagli. Domani i funerali di Vito, il giovane morto nel
liceo per il crollo di una tubatura. E venerdì, in suo nome, studenti
medi in piazza
«Gelmini ha tagliato anche sull’edilizia»
Il Pd: il governo ha dimezzato le risorse per la sicurezza scolastica. Meno soldi in finanziaria e nel decreto
Stefano Milani
Sulla «tragica fatalità» – così domenica il
presidente del consiglio Berlusconi commentava la morte del
diciassettenne in seguito al crollo del tetto del liceo Darwin di
Rivoli – il mondo politico s’interroga. Come fa ogni volta,
all’indomani di una nuova tragedia. L’iter è noto. Prima il cordoglio
per la notizia, poi l’indignazione nel leggere dati di cui tutti
conoscevano l’esistenza, ma che solo il giorno dopo provocano sgomento:
una scuola italiana su due è a rischio. Addirittura «31.500 scuole, il
75% del totale, non è sicuro e necessità di interventi urgenti»,
denuncia Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
E’ andata più o meno
così anche il 31 ottobre 2002, quando una scuola elementare di San
Giuliano si accartocciò su se stessa dopo una scossa di terremoto
provocando la morte di 27 bambini e di una insegnante. Cordoglio e
indignazione anche allora. A cui seguirono una sfilza di interrogativi
e la caccia al colpevole. Sono passati sei anni e nulla sembra
cambiato, il rischio di andare a scuola e non uscirne vivi rimane. Come
rimane il teatrino della politica, fatto di accuse reciproche e di
rimbalzi di responsabilità ogni qual volta una vita umana viene
spezzata in un modo così assurdo.
Ad insorgere, com’è normale nel
gioco delle parti, è l’opposizione. Il Pd se la prende con i tagli, «23
milioni di euro in meno in Finanziaria sui 100 disponibili nel fondo
statale destinato al patto per l’edilizia scolastica», accusa
Mariangela Bastico che dice di aver lanciato l’allarme già un mese fa.
«La mia denuncia partiva dal fatto che il decreto Gelmini sul maestro
unico dimezza le risorse per la sicurezza antisismica negli edifici
scolastici». Meglio il governo Prodi per la senatrice veltroniana, il
Professore «aveva destinato a questo scopo oltre 295 milioni di euro,
corrispondenti al 10 per cento degli investimenti globali in
infrastrutture. Con il decreto Gelmini si riducono al 5 per cento,
benché il governo (che riferirà oggi alla Camera, ndr) voglia far
credere che c’è stato incremento di risorse».
Anche Di Pietro punta
l’indice contro la maggioranza, soprattutto per come ha liquidato la
morte del giovane studente. «Non si può liquidare una tragedia come
quella avvenuta sabato presso la scuola di Rivoli come una fatalità.
Non sono d’accordo con il presidente del consiglio: c’è una chiara
responsabilità politica che non può essere occultata». Per il leader
dell’Italia dei Valori «le lacrime del giorno dopo del ministro Gelmini
sono inutili».
Dal canto suo, il ministro dell’Istruzione ripone il
fazzoletto e va avanti per la sua strada. Lei ha la coscienza a posto:
«Dal momento in cui mi sono insediata ed alla mia audizione alle
camere, – dice – ho messo in evidenza il problema dell’edilizia
scolastica». Bene brava, ma oltre a metterlo in evidenza, sarebbe cosa
buona e giusta per un ministro anche agire di conseguenza. La sicurezza
delle scuole italiane, per la Gelmini «è un compito del governo, così
come degli Enti locali e non è un caso che abbia chiesto al ministro
degli Affari regionali, Raffaele Fitto, di convocare al più presto la
conferenza unificata con regioni, province e comuni perché è uno sforzo
nazionale, è un impegno che ci deve vedere tutti in prima linea,
proprio per avere il prima possibile l’aggiornamento dell’edilizia per
intervenire là dove è necessario».
Ci vorrà dunque ancora del tempo.
Ma soprattutto servono più soldi. «Quelli che ci sono non sono
sufficienti», mette le mani avanti la Gelmini. «Ma come, – gli risponde
il capo della Protezione civile Guido Bertolaso – per la sicurezza
delle scuole il governo Berlusconi aveva stanziato 500 milioni nel
2003, dopo la tragedia di San Giuliano. Ebbene, devono ancora
spenderli». Aspettando che la politica finisca la fase della caccia al
colpevole e si renda operativa, è la regione Piemonte a muoversi. E’ di
ieri la notizia che il governatore Mercedes Bresso farà realizzare un
check-up di tutti gli edifici scolastici per verificarne le condizioni
profonde, in modo da evidenziare l’eventuale esistenza di rischi non
individuabili con i normali controlli strutturali. Meglio tardi che mai.
L’ULTIMO SALUTO A VITO
L’appello lanciato dalla mamma di Vito, il
17enne morto a seguito del crollo della controsoffittatura dell’aula in
cui si trovava, è stato raccolto. La salma del giovane sarà portata a
casa. Il trasferimento dall’ospedale di Rivoli, dove ieri è stata
eseguita l’autopsia, a Pianezza è stato autorizzato dal sindaco di
Rivoli, Guido Tallone, dopo il nulla osta della procura e dell’Asl
competente. «Abbiamo lavorato – spiega Tallone – in collaborazione con
tutte le istituzioni, Prefettura, carabinieri, Asl e anagrafe per
realizzare il massimo della legalità e per dare a questa legalità la
direzione della solidarietà» Intanto, l’avvocato Renato Ambrosio,
legale della famiglia precisa che la mamma del giovane «non si è mai
espressa su richieste di denaro, ma semplicemente ha chiesto
l’individuazione di diritti violati e, quindi, di giustizia».
L’inchiesta che deve accertare chi doveva o comunque poteva fare
qualcosa per lanciare l’allarme sulla situazione edilizia della scuola
Darwin è ancora agli inizi. Entro questa mattina, i vigili del fuoco
del Comando provinciale di Torino consegneranno al procuratore aggiunto
Raffaele Guariniello il rapporto sull’incidente che sabato scorso ha
causato, al liceo scientifico Darwin di Rivoli (Torino), la morte dello
studente Vito Scafidi. Nel frattempo ieri i consulenti della Procura
hanno iniziato a fare i primi «accertamenti irripetibili» sulla
controsoffittatura crollata. Pare essere confermata l’ipotesi che a
causare la caduta sia stato il tubo di ghisa che era rimasto
all’interno. Tutto potrebbe essere cominciato con la porta della
classe, sbattuta violentemente a causa di un colpo d’aria. Il tubo di
ghisa si sarebbe staccato, o forse sfilato dai ganci che lo
trattenevano. La procura dovrà poi cercare di capire perché quel tubo
era rimasto all’interno del controsoffitto, come erano stati eseguiti i
lavori, se era stata verificato il carico della controsoffittatura e se
ci siano responsabilità sul fronte della vigilanza di quella struttura.
MILANO
L’Onda contesta Bondi e La Russa
Gli studenti dell’accademia di Brera hanno
contestato ieri i ministri in visita per la firma del patto «Per la
nuova Brera», un protocollo d’intervento sul patrimonio artistico e
culturale per Milano. Il ministro della cultura Bondi, il ministro
della difesa La Russa e il sindaco della città Moratti sono stati
accolti dallo striscione «Ma quale grande Brera! Accademia libera!
Bondi, Moratti e La Russa fuori da Brera». Durante l’incontro è stato
impedito l’ingresso agli studenti, che volevano consegnare una lettera
con le loro richieste. Un centinaio di persone hanno allora bloccato
l’ingresso dell’accademia contestando i tagli della legge 133 e
gridando «I soldi per la scuola li devono trovare tagliando la spesa
militare». I ministri e il sindaco sono stati costretti ad uscire da
un’ingresso secondario della struttura, mentre i celerini bloccavano i
ragazzi seduti a terra. «Ci hanno fermato con qualche spinta – hanno
dichiarato gli studenti – L’ingresso in Accademia di una ventina di
poliziotti in assesso antisommossa è un fatto gravissimo. Non vogliamo
la polizia nelle scuole e nelle università».