Qualche segnalazione molto selezionata dai giornali di questi giorni.
Riforma, un ritocchino da 120 mln, Il sole 24 ore, 16 dicembre 2008
Scuola, pugno duro della Gelmini, ItaliaOggi, 18 dicembre 2008
E poi due articoli dal manifesto del 13 e del 16.
Ricordiamo che oggi esce un numero speciale del manifesto a 50 € per la campagna «Fateci uscire».
UNIVERSITÀ
L’Onda attraversa la protesta: «Uniamo il fronte contro la crisi»
Giacomo Russo Spena
Lo avevano invocato. E quando è stato proclamato, lo sciopero generale, non hanno potuto che «attraversarlo». Perché, ripetono da tempo, «bisogna mettere in connessione tutte quelle realtà che pagano la crisi». Ieri ci sono riusciti. L’Onda degli studenti torna a mobilitarsi con delle manifestazioni locali, in tutte le principali città: cortei autonomi con tanto di azioni e occupazioni. I numeri sono in realtà inferiori rispetto al passato ed evidenziano un’Onda un po’ in risacca. Eppure i giovani dicono «di aver retto», nonostante la pioggia battente, parlando «di grande giornata d’opposizione sociale».
A Roma la manifestazione più riuscita con con quasi cinquemila studenti che sfidano l’alluvione, partendo dalla Sapienza e «attraversando» sia il corteo dei sindacati di base che quello della Cgil. Portano allegria con le loro canzoni (il camion pompa a ripetizione l’Esercito del surf), balli e colori in una cupa giornata. Ad aprire, lo striscione «Contro tagli, precarietà e privatizzazioni, generalizziamo lo sciopero», subito dietro un enorme telo blu, sorretto da decine di persone, che sventola. Si simula quell’Onda che ha fatto indietreggiare, in parte, la ministra Gelmini. «E’ solo una parziale vittoria» lo slittamento della riforma delle superiori, afferma Luca, «noi vogliamo il ritiro immediato di tutte le leggi di questo governo». Il taglio di un miliardo e mezzo d’euro per l’università infatti rimane. In piazza oltre agli studenti sfila il coordinamento genitori e insegnanti, con la scuola «ribelle» Iqbal Masih che apre lo spezzone. In coda c’è posto per il movimento Action e i Gruppi d’Acquisto Popolari, lì per contrastare il carovita e per far nascere «insieme alle altre specificità un nuovo soggetto sociale capace di autorappresentarsi». Lo striscione che sorreggono è eloquente: «L’opposizione si fa, non si declama». Intanto la pioggia si fa sempre più fitta, ma i manifestanti continuano a mettere pepe alla mobilitazione: i medi occupano uno stabile abbandonato (sgomberato però nel pomeriggio) e il comitato No-TurboGas lancia uova contro la sede della Sorgenia Spa, proprietaria della centrale a carbone di Aprilia. In contemporanea altri attivisti rioccupano l’Horus, centro sociale sgomberato il 21 ottobre scorso. Il corteo finisce, come solito, sotto il ministero dell’Istruzione dove inizia un lungo «assedio sonoro».
Bandiere greche, in ricordo di Alexis (il ragazzo ucciso ad Atene), una commemorazione in piazza Fontana e il lancio di vernice ad una banca caratterizzano invece la manifestazione di Milano che parte dalla stessa piazza dei sindacati autonomi. Dirigendosi poi verso la Statale che viene occupata. Solo poche ore, a causa di tensioni nate tra gli studenti nella gestione. Stessa musica a Bologna, Napoli e Torino. L’alta marea, forse, non c’è più, ma comunque gli studenti continuano a farsi sentire.
FRANCIA.
Bloccata la riforma del liceo
SARKOZY CEDE ALLE PROTESTE
a.m.m.
PARIGI
Sarkozy teme che la Francia diventi come la Grecia e che la protesta dilaghi nella scuola. Il presidente ha obbligato il ministro dell’Educazione nazionale, Xavier Darcos, a rimandare almeno di un anno la prevista riforma del liceo, che sta sollevando numerose contestazioni, sia da parte dei giovani che dei professori e delle famiglie. Difatti, i francesi temono che la riforma sia al ribasso, un modo per adeguare l’insegnamento pubblico ai tagli previsti: 11.200 posti di insegnanti in meno quest’anno e 13.500 il prossimo. Questa diminuzione del numero dei professori non viene però toccata. Per questo, i liceali, malgrado il ritiro momentaneo della riforma, mantengono la giornata di protesta per giovedì. Nelle ultime settimane, le manifestazioni si sono susseguite in Francia. Ci sono stati anche incidenti, soprattutto in Bretagna. Sarkozy ha scelto la prudenza, perché teme che il rifiuto delle modifiche alla scuola faccia da catalizzatore di tutti gli scontenti in un paese in cui la cassa integrazione dilaga. Per il socialista Arnaud Montebourg la Francia è «una pentola a pressione», pronta ad eplodere alla minima scintilla. I sindacati della scuola si sono rallegrati per «il primo passo indietro del governo. Le lotte cominciano a pagare».
La riforma del liceo avrebbe dovuto iniziare con l’anno scolastico 2009: semestri al posto dei trimestri, sistema modulare con concentrazione delle ore su un tronco comune e obbligatorio e solo due possibilità di scelta. Studenti, professori e famiglie contestano una riforma che appare un impoverimento delle possibilità. E l’Eliseo ha spinto Darcos «ad approfondire il lavoro di spiegazione», sperando così di evitare un’esplosione sociale.