FASCISTI E POLIZIA IN UNIVERSITA’


 Oggi anche a cittastudi è comparso un banchetto propagandistico di Azione Universitaria, organizzazione studentesca (anche se non si direbbe vista l’età media dei partecipanti) di stampo neofascista, che ripropone in università le stesse deliranti idee dei suoi padrini politici.

Subito molti studenti di cittastudi e non solo si sono riuniti in un folto presidio, durato fino a che – dopo qualche tensione –  AU non se n’è andata.

Riportiamo il comunicato degli studenti del presidio antifascista:

Oggi 10 marzo, dopo l’ingresso della polizia il 3 marzo in festa del perdono, dopo le brutali cariche di polizia e carabinieri ieri a palazzo nuovo a Torino, nella facoltà di scienze in città studi numerosi studenti hanno contestato la presenza dei neofascisti di azione universitaria, protetti da un ingente schieramento di agenti della digos.

Come sempre accade l’agibilità politica di questi lugubri individui è garantita esclusivamente dalla protezione delle forze dell’ordine.

Subito si è creato un presidio di un centinaio di studenti che ha dimostrato tutto lo sdegno rispetto al patetico tentativo di proselitismo di un gruppuscolo che cerca di riproporre in università il delirio securitario del suo partito di riferimento. Per due ore una presenza sempre crescente di studenti che accorrevano dalle lezioni ha deriso e messo a tacere questo corpo palesemente estraneo all’università.

Dopo l’ultima aberrante provocazione fisica di un’attempata ‘studentessa’ sui 45 anni, la decisa risposta degli studenti antifascisti ha messo finalmente fine a una pagliacciata che era durata fin troppo, smontando ‘creativamente’ il gazebo futurista…
A quel punto con la celere nuovamente entrata all’interno di una facoltà universitaria in tenuta antisommossa gli/le antifascist* hanno risposto compatti fino alla fuga dei neofascisti, che hanno abbandonato la facoltà con la coda tra le gambe scortati dalla polizia.

Crediamo che la risposta data a questi quattro buffoni oggi a Milano sia l’unicarisposta che debba essere data davanti ai tentativi di infiltrazione di questi loschi figuri nelle nostre università.  Un gesto che rivendica nella pratica antifascista l’immediata liberazione di Luca, arrestato ieri a Torino a cui va tutta la nostra solidarietà e il nostro affetto.

Fuori fascisti e polizia dalle nostre università!
Luca libero subito!


Studenti e studentesse antifascist* milanesi!

  1. #1 di Federico il 10 Marzo 2009 - 23:52

    Però il Senato accademico almeno prende posizione. Dal manifesto di oggi, manco a farlo apposta (oppure il banchetto è stato fatto per reazione?):
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    TORINO Scontri all’università. Il rettore non avrebbe chiamato gli agenti Il Fuan provoca, la polizia carica gli studenti Tomaso Clavarino TORINO Non se ne sentiva proprio la mancanza ma, puntualmente con l’avvicinarsi delle elezioni universitarie, sono tornate le manganellate e le cariche all’interno di Palazzo Nuovo, storica sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino. La presenza di alcuni esponenti del Fuan-Azione Universitaria, gruppo di estrema destra legato ad Alleanza Nazionale protagonista nel corso degli anni di iniziative di stampo neofascista come il tentativo di entrare a Palazzo Nuovo per commemorare la marcia su Roma, gestore di un sito, http://www.ilfronte.org, dove le croci celtiche sono d’ordinanza e dove viene scritto apertamente che il fascismo non fu una dittatura ed infine organizzatore delle ronde cittadine, ha indispettito gli studenti dei collettivi e dell’Onda torinese che hanno organizzato un presidio con slogan ed inviti ad uscire dall’Università. A surriscaldare ancor di più gli animi è stata, per l’ennesima volta, la massiccia militarizzazione da parte delle forze dell’ordine degli spazi universitari. Dopo aver “sequestrato” alcuni isolati di città pochi mesi fa per permettere l’inaugurazione dell’anno accademico, dopo aver caricato la scorsa settimana un gruppo di studenti che protestava per un volantinaggio del Fuan presso la sede di Giurisprudenza, una cinquantina di agenti in assetto antisommossa hanno scortato e protetto la decina di esponenti del Fuan dividendo di fatto l’atrio in due. Una presenza non giustificata quella delle forze dell’ordine, vista anche la mancata autorizzazione del Rettore all’ingresso in Università. «Seppur la questura continui a dire di avere avuto l’autorizzazione del Rettore – spiega Ennio – ci è stato confermato dal Rettore stesso che questa autorizzazione non è mai stata data per cui la polizia non avrebbe proprio dovuto presentarsi all’interno degli spazi universitari». Dopo un’ora e passa di slogans e inviti a lasciare l’atrio la situazione è degenerata quando dalle fila degli studenti antifascisti sono state lanciate delle uova ed un fumogeno all’indirizzo dei cordoni di polizia. In quel momento sono partite una serie di cariche molto violente ed ingiustificate che si sono protratte nei corridoi di Palazzo Nuovo fin quasi al primo piano. Ragazze e ragazzi impauriti e disarmati, a volto scoperto, hanno iniziato a correre per le scale inseguiti e manganellati dai poliziotti. Si sono poi formati cortei spontanei all’interno del palazzo di via Sant’Ottavio che sono incappati in altre cariche da parte delle forze dell’ordine che hanno spinto gli studenti fuori dall’Università. Persino chi non ha partecipato ai tafferugli perché magari non condivideva appieno la linea dei collettivi è rimasto colpito dalla violenza delle cariche. E’ questo il caso di Luisa che dice « ho avuto davvero paura, mi sono chiusa in un bar perché ho visto la polizia rincorrere e manganellare a destra e a manca, senza una logica. Non partecipo alle attività dei collettivi ma trovo inaudita la risposta della polizia». Il bilancio è di alcuni feriti sia tra gli studenti che tra le forze dell’ordine, quattro fermati, tre dei quali rilasciati e denunciati a piede libero ed uno tramutato in arresto. Subito dopo la fine degli scontri gli studenti si sono recati in rettorato occupandone la sede e chiedendo che il Rettore prendesse posizione sui fatti della mattinata. Nel tardo pomeriggio è poi stato diramato un comunicato del Senato accademico attraverso il quale l’Università condanna la violenza in generale e fa intendere di voler aprire un’indagine interna sui fatti accaduti. Un comunicato che non soddisfa per nulla gli studenti che invece chiedevano una presa di posizione netta degli organi accademici. E’ più esplicito nel dare un giudizio sull’operato della polizia l’assessore regionale all’Università, Andrea Bairati in quota Pd: «Se, come pare di capire, la presenza delle forze dell’ordine non è stata autorizzata dal rettore, beh questo è un fatto molto grave che ha sicuramente contribuito ad aumentare la tensione piuttosto che a diminuirla». I ragazzi rivendicano il loro antifascismo, si sentono gli ultimi baluardi a difesa di questi principi, non vogliono lasciare spazio a gruppi che fanno del razzismo e della xenofobia i loro cavalli di battaglia. «Noi non vogliamo – dice Fabio – che all’interno dell’Università vengano propagandate idee fasciste e razziste. Se a Torino, a differenza di altre città italiane, la presenza di gruppi neofascisti è, fortunatamente, esigua, è perché non gli si concedono spazi». Anche perché a presentarsi alle elezioni universitarie quest’anno non sarà solo il Fuan. E’ infatti di sabato scorso la notizia che una nuova lista, chiamata Arcadia, composta dal Blocco Studentesco e da Gioventù Italiana, il gruppo giovanile de La Destra, si presenterà alle elezioni universitarie. « Sono gruppi neonazisti che incitano all’odio – spiega Dana – siamo certi che se si presenteranno, come pare visto che hanno già iniziato la loro campagna elettorale scortati dalla polizia, otterranno ben pochi voti».
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    L’ATENEO E il Senato accademico apre un’inchiesta Il Senato Accademico si riserva di avviare una indagine conoscitiva al fine di appurare la dinamica su quanto è accaduto ieri a Palazzo Nuovo «nel rispetto della più scrupolosa obiettività». L’Ateneo rivendica poi i suoi valori fondanti «nell’antifascismo e nell’antinazismo», che l’Università è un luogo in cui «il civile confronto fra le idee e il rifiuto di ogni forma di violenza da parte di chiunque nel confronto politico sono un bene prezioso che tutti coloro che vogliono operare al suo interno devono difendere in ogni circostanza» e che l’intervento della polizia per garantire l’ordine pubblico all’interno delle strutture universitarie «può essere richiesto soltanto dalle Autorità accademiche». Il rispetto della legalità e il rifiuto di ogni forma di prevaricazione e di violenza vengono infine richiamati dal Senato «come norma di comportamento imprescindibile in previsione delle prossime elezioni studentesche». «Ad esso – conclude – dovranno attenersi tutte le componenti, ed esso sarà la misura dell’eventuale non auspicabile necessità di fare appello alla forza pubblica». Intanto il rettore Ezio Pellizzetti ha ribadito di non aver chiesto lui l’intervento della polizia. «La mia segreteria – ha tenuto a spiegare Pellizzetti – ha ricevuto stamattina una telefonata della Digos che avvertiva che le forze dell’ordine erano già nell’atrio».
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    IL PRECEDENTE Due anni fa analoga scena Le immagini degli scontri e delle cariche di ieri mattina a Torino fanno tornare in mente quello che sempre nello stesso palazzo, sempre nello stesso atrio è avvenuto poco meno di due anni fa. Era il 14 maggio del 2007 e, come in questo periodo, si era in piena campagna elettorale per le elezioni universitarie. Un volantinaggio del Fuan e una militarizzazione della facoltà, portarono a duri tafferugli all’interno di Palazzo Nuovo con studenti inseguiti e manganellati fin dentro la presidenza della facoltà di Lettere. Circa un mese dopo tre studenti furono arrestati per gli scontri con l’accusa di lesioni a pubblico ufficiale. Rilasciati poco tempo dopo sulla base di prove video dal Tribunale del Riesame, dopo una mobilitazione che aveva visto in prima fila molti docenti universitari, il 19 febbraio i tre ragazzi hanno ricevuto condanne di 11 e 12 mesi. Su queste condanne si era espresso duramente anche il prof. Angelo D’Orsi, docente di Storia del pensiero politico contemporaneo, che aveva parlato di «una sentenza gravemente sproporzionata che mi lascia pensare che voglia avere un carattere esemplare».

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