Testo verso l’assemblea sui beni comuni:
ACQUA, TERRITORI, DIRITTO ALLO STUDIO:
DIFENDIAMO I BENI COMUNI
Cos’è un bene comune? È innanzitutto qualcosa che motiva l’idea stessa di società, un vantaggio per tutti e di cui tutti si devono prendere carico. Sono beni comuni l’istruzione, l’acqua, la sanità, i trasporti, i territori, gli spazi di socialità e di partecipazione democratica popolare e diretta, …
Sono risorse della collettività, delle quali la collettività deve avere il controllo. Parliamo di collettività in senso lato e non per forza di Stato, consci però che nell’attuale sistema politico i privati agiscono secondo il proprio personale interesse ed evadono qualunque controllo della collettività sul proprio operato.
Se il sentimento collettivo passa attraverso la coscienza di quali sono i beni comuni, i continui attacchi alla gestione pubblica di questi beni (a vantaggio della speculazione dei privati) è il sintomo di un problema ben più grave: sotto attacco è il senso del comune, sostituito dal mito del profitto, dell’efficienza, della competitività. All’individuo attivo nella società, responsabile della propria vita, stanno sostituendo l’individuo isolato, insicuro, protetto e controllato a vista da un ordine pubblico sempre più invadente, allontanato dagli ambiti decisionali, spaventato all’idea che la società sia qualcosa da determinare anziché qualcosa da cui dipendere.
Sottrarre alla collettività il controllo dei beni comuni è il primo passo per sottrarle il proprio potere decisionale, privandola della coscienza di avere diritto a questo potere. È parte di una svolta autoritaria, a vantaggio dei soliti pochi. Significa impedire al cittadino di vivere con coscienza il proprio ruolo, spogliare la parola “democrazia” della sua natura di evento popolare, partecipato e diretto, per sostituirla con la delega passiva e assoluta al governante di turno.
Sta succedendo all’istruzione, nelle scuole e nelle università, sempre più autoritaria e meno critica. Sta succedendo ai territori (Val di Susa – TAV, Vicenza – Aeroporto Dal Molin, zona dell’Expo, etc), dove i mutamenti necessari al “progresso” vengono attuati ignorando l’opinione dei cittadini (fintantoché questi non insorgono).
Sta succedendo coi servizi locali, per i quali è stato da poco stabilito un tetto del 30% alla partecipazione pubblica.
Succede in numerosi “piccoli” casi, come quello della mensa universitaria di via Golgi: un servizio usufruito ogni giorno da migliaia di persone – studenti e lavoratori – in piena città studi, un luogo (economico) di socialità e un bene comune che il Politecnico vorrebbe sostituire con la ristorazione privata della zona, senza avere interpellato nessuno, senza nessuna preoccupazione per la sorte dei lavoratori di questo posto.
E poi l’acqua. Le prime civiltà si sono formate proprio dal comune utilizzo di questa risorsa, ancora oggi per il controllo delle risorse idriche si scatenano guerre, è considerata una ricchezza al punto da essere chiamata oro blu. Il governo italiano ha deciso di privatizzarla, essendo questa inserita nelle norme sui servizi pubblici locali.Intorno all’acqua da anni si costruiscono reti e lotte, vogliamo approfondire questa tematica perché riconosciamo l’importanza di questa risorsa come bene comune.
Per questo invitiamo gli studenti e la cittadinanza a partecipare ad una
ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA
giovedì 10 dicembre h 21
alla MENSA UNIVERSITARIA di via Golgi 20
L’acqua, bene comune fondamentale: problematiche globali, tentativi di privatizzazione e lotte per la sua difesa. A cura del Comitato Milanese per l’Acqua.
A seguire interventi di:
– Comitato “giù le mani dalla mensa”
– Comitato No Expo, il territorio come bene comune.
– Studenti delle università in lotta: diritto allo studio, ricerca, arte e cultura come beni comuni.
Comitato Giù le mani dalla Mensa
Locandina dell’assemblea in formato pdf: BENI_COMUNI.pdf .
#1 di samantha il 11 Dicembre 2009 - 02:46
ho chiesto un po’ in giro.
da voci abbastanza informate mi dicono ad esempio che il Politecnico ha chiesto alla Statale (mamma mia che brutta immagine) di partecipare alle spese di gestione della mensa e la Statale ha detto di no. a voi risulta?
ho visto la locandina in giro e mi è sembrato molto interessante usare questo spazio in modo alternativo (occuparlo, farci dj set e quant’altro)
ho letto il vostro testo e mi sembra un po’ pesante. ad esempio cosa significa veramente “i privati agiscono secondo il proprio personale interesse ed evadono qualunque controllo della collettività sul proprio operato” ? forse non è proprio così, forse il problema è dove vengono prese le decisioni.. no?
perchè non fare un progetto per usare la mensa anche di sera in modo tale da far vedere che è un bene comune capace anche di essere riprodotto (produzione e riproduzione dei ben comuni) e di generare (il tanto denigrato) profitto?
#2 di samantha il 11 Dicembre 2009 - 02:41
ho chiesto un po’ in giro.
da voci abbastanza informate mi dicono ad esempio che il Politecnico ha chiesto alla Statale (mamma mia che brutta immagine) di partecipare alle spese di gestione della mensa e la Statale ha detto di no. a voi risulta?
ho visto la locandina in giro e mi è sembrato molto interessante usare questo spazio in modo alternativo (occuparlo, farci dj set e quant’altro)
ho letto il vostro testo e mi sembra un po’ pesante. ad esempio cosa significa veramente “i privati agiscono secondo il proprio personale interesse ed evadono qualunque controllo della collettività sul proprio operato” ? forse non è proprio così, forse il problema è dove vengono prese le decisioni.. no?
perchè non fare un progetto per usare la mensa anche di sera in modo tale da far vedere che è un bene comune capace anche di essere riprodotto (produzione e riproduzione dei ben comuni) e di generare (il tanto denigrato) profitto?
#3 di tek? il 9 Dicembre 2009 - 23:03
è possibile la sera fare un live tekno di mezz’ora/un’ora/all’infinito?