ACQUA, BENE COMUNE


Dopo l’assemblea di dicembre su acqua e beni comuni durante l’occupazione della mensa di via Golgi, torniamo ad occuparci della privatizzazione delle risorse idriche, così come previsto dal decreto Ronchi di novembre: entro la fine del 2015 la quota di partecipazione pubblica dovrà rientrare al di sotto del tetto del 30%. Si tratta dell’ennesimo attacco ai beni comuni, all’interno di un quadro di progressiva dismissione statale del welfare state, di tagli all’istruzione e alla ricerca, di deregolamentazione del mercato del lavoro e di riorganizzazione delle istituzioni che gestiscono beni e servizi collettivi in un’ottica privatistica.

Da una settimana è partita la campagna referendaria l’"Acqua non si vende" per la ripubblicizzazione dell’acqua, sono state raccolte 100.000 firme nella sola giornata del 25 aprile, ma non basta.

Anche gli universitari si stanno organizzando per sensibilizzare e sostenere la campagna referendaria. 

 

Vuoi partecipare attivamente? Scrivici a retazione@libero.it !

Per Città Studi il primo incontro per organizzarsi sarà venerdì 7 maggio h 14 alla Ciclofficina Ruota Libera (facoltà di Agraria, via Celoria 2). Sarà anche l’occasione, a proposito di beni comuni, per riprendere il filo sulla "riforma" Gelmini dell’università in discussione ora alle Camere, anche alla luce della mobilitazione dei ricercatori .

Frattanto…  qui la locandina col comunicato delle realtà universitarie per l’acqua, da appendere nei dipartimenti!

 

INIZIATIVE GIA’ IN PROGRAMMA

*dal 4 al 12 maggio una settimana di iniziative a Scienze Politiche, organizzata dal collettivo Fuori Controllo , che si concluderà con una festa e lo spettacolo teatrale H2ORO .

*partecipazione con banchetto e installazioni alla Festa di Primavera ad Agraria, venerdì 21 maggio.   

 

 

 COMUNICATO DELLE REALTA’ UNIVERSITARIE

 

Siamo gli studenti che, a partire dalla mobilitazione dell’Onda dell’autunno 2008, difendono tutti i giorni un’università pubblica e accessibile a tutti e una ricerca autonoma e libera da logiche di mercato. Siamo i giovani che rifiutano di pagare una crisi che non hanno contribuito a creare e che, in un contesto di smantellamento del welfare state e contemporaneamente di prospettive di lavoro sempre più incerte, cercano di difendere i beni comuni dalla loro svendita ai privati e di ri-costruire discorsi e percorsi collettivi in un momento in cui le parole d’ordine sono privatizzazione, individualismo, competitività.

Lo scorso novembre è stato approvato il decreto legge Ronchi che contiene (art. 15) la riforma dei servizi pubblici locali e che prevede, tra le altre, la privatizzazione del servizio idrico integrato, la cui quota di partecipazione pubblica dovrà rientrare, entro la fine del 2015, al di sotto del tetto del 30%. Anche questa volta ci schieriamo contro la privatizzazione e per la difesa di quello che è un bene comune. L’acqua è una risorsa della collettività e in quanto tale non è appropriabile da parte di privati per essere sottoposta alle leggi del “libero” mercato come se fosse un qualsiasi prodotto. Non può essere fonte di profitto per pochi, ma solo fonte di vantaggio per tutti. Con la sua privatizzazione l’acqua ci costerà sempre di più fino a diventare non più accessibile a tutti. Le aziende che imbottigliano la minerale, che fanno già grandi affari, si apprestano a farne di ottimi. E a livello internazionale l’acqua è il petrolio del nuovo millennio. Si aprono le porte al mercato dell’oro blu, per il controllo delle risorse idriche si scatenano guerre, già un miliardo e duecento milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile.

L’acqua non è una merce, ma non è neanche un diritto nel senso di qualcosa che viene concesso, è semplicemente nostra, è un bene comune che appartiene a noi tutti.

È per questo che invitiamo tutti e tutte a firmare per la presentazione del referendum abrogativo contro la privatizzazione dell’acqua, depositato il 31 marzo 2010 presso la Corte di Cassazione di Roma dal Forum italiano per i movimenti per l’acqua insieme a moltissime associazioni. I tre quesiti referendari vogliono abrogare la vergognosa legge approvata dall’attuale governo e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l’acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti. Daranno al contrario inizio ad un percorso di ripubblicizzazione dei servizi idrici.

Il 24-25 aprile è partita la raccolta firme, in una data simbolo per quella che il Forum dei Movimenti per l’Acqua intende come la “Liberazione dell’acqua dalle logiche di profitto”.

Difendi l’acqua come bene comune,

riappropiamoci di ciò che è nostro!

 

Fuori Controllo – Collettivo di Scienze Politiche, Aut Art – Collettivo dell’Accademia di Brera, Uninversi – Osservatorio sulle patologie dell’università, Collettivo di Città Studi, Collettivo No Pasaran – Mediazione Linguistica e Culturale, Veterinaria Con-testa – Medicina Veterinaria, I Chimici Reagiscono – Chimica, Le Cellule Compagne – Agraria, Collettivo Pantera, Demos U.C., Corrente Alternativa – Fisica, Ciclofficina Ruota Libera, Sottotraccia – Rivista universitaria della Statale, Lapsus – Laboratorio progettuale studenti universitari di Storia, Gaystatale

  1. #1 di lorenzo il 18 Maggio 2010 - 13:08

    ciao ragazzi.
    mi chiamo lorenzo e faccio parte di un coordinamento di zona 3 per i referendum acqua
    vi potreste mettere in contatto al cell. 3406750926
    ciao

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