Università? Dignità!


Settimana prossima potrebbe diventare legge una riforma dell’università che, se poi portata alle estreme conseguenze (come tutto lascia presagire), sarà davvero epocale, chiudendo il filo che partendo dall’autonomia universitaria del ’90 passa attraverso lo scempio del 3+2.

Mille considerazioni si potrebbero fare, sulla dismissione del pubblico, sulle aziende che mettono le mani sulla ricerca, sui rettori stra potenti e quant’altro, così come si può stare ore a parlare di cosa non funziona nelle università (e, sia ben chiaro, quello che non funziona è causato da chi nelle università comanda, cioè professori ordinari e rettori, che sono anche le categorie più premiate dalla “riforma gelmini”).

Mille considerazioni, ma fa niente. Soffermiamoci solo su quello che riguarda direttamente noi studenti:

1) la precarietà dei ricercatori. Sarà una follia provare a intraprendere la carriera universitaria, sapendo di avere davanti anni di precariato senza future garanzie;

2) gli organi decisionali: in pratica decideranno tutto rettore e consiglio di amministrazione, e più potere ce l’hanno in particolare gli ordinari. Secondo voi che peso potranno avere gli studenti nelle decisioni che li riguardano?

3) diritto allo studio. Le misure del governo puntano a dare soldi ai “meritevoli” slegati dal reddito (buoni voti in poco tempo, come se fosse indice assoluto di freschezza mentale, e senza tenere conto del fatto che uno studente sia effettivamente bisognoso o no). Ci si dimentica che il diritto allo studio serve a permettere di studiare a chi non può permetterselo, non a dare soldi ai giovanotti rampanti della borghesia nazionale! In più, le misure sui fondi per gli atenei comporteranno la differenziazione degli atenei in 2 fasce, una buona-sempre-migliore e una cattiva-sempre-peggiore, lasciata a se stessa. se uno ci capita (vogliamo scommettere di che estrazione sociale sarà?), cazzi suoi.

Detto questo, la nostra generazione campa perloppiù sul benessere di quella prima. Non è facile da studenti – ma pure da lavoratori – reggere a lungo da soli (magari sì finchè fai lo studente con casa in condivisione) con costo della vita così alto, contratti precari senza garanzie sottopagati, etc etc .

I pochi diritti garantiti, che si danno per scontati, li stanno togliendo. Quando ti assumono regolarmente, non devi quasi mai contrattare, perchè la legge garantisce degli standard minimi. Se ti iscrivi all’università, prendi il treno, etc etc non devi pagare troppo (anche se sempre di più). Tutte queste cose, soprattutto i diritti sul lavoro, si stanno perdendo.

E allora? provando a parlarne in giro, la gente non si rende conto, ride, considera le questioni come roba del secolo scorso, oppure dice “cosa ci posso fare” o “tanto sono tutti uguali”, ma si vede che non ci pensa davvero, non si pone davvero il problema.

Stanno togliendo tutto, nel silenzio generale.

Certo, è faticoso cercare di capire i meccanismi. anche di più provare a capire come incepparli. Però è anche una questione di dignità. Calpestano i diritti, dai più piccoli ai più grandi, godendo del silenzio passivo di chi potrebbe impedirlo semplicemente tirando fuori un po’ di dignità. e abituandosi a non dare tutto per scontato e preoccuparsi realmente dell’avvenire di sè e degli altri.

Vale per tutto, anche per la questione università, che è veramente importante per la società (visto che seleziona i futuri dirigenti).

Sabato prossimo la riforma potrebbe essere già legge perchè rettori e industriali stanno puntando i piedi per stringere i tempi, e non ci sarà più nulla da fare chissà per quanto. Come per tutto il resto.

Bisogna tirare fuori la spina dorsale!

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